Gli Einstein a Pavia

Nel marzo 1894 vennero fondate a Pavia le officine elettrotecniche Nazionali Einstein-Garrone lungo il tratto del Naviglio che sfocia nel Ticino. Nel 1895 si trasferirono a Pavia le famiglie di Jakob e Hermann Einstein, lo zio e il padre del sedicenne Albert, che avevano avviato un’attività che avrebbe partecipato ai lavori per l’illuminazione di Palazzo Botta, sede di alcuni istituti dell’ateneo pavese. Un ambizioso progetto di elettrificazione di Pavia, invece, non andò in porto e, a soli due anni dalla fondazione, le officine vennero messe in liquidazione. Il giovane Albert e la sorella Maja, durante il periodo trascorso dalla famiglia in Lombardia, strinsero amicizia con la casteggiana Ernestina Marangoni. I rapporti proseguirono durante gli anni e, dopo la guerra, nel 1946, Ernestina scrisse al vecchio amico ormai famoso chiedendogli di adoperarsi per la ricostruzione del ponte coperto di Pavia, danneggiato nel 1944 dai bombardamenti alleati. Nella risposta, scritta in italiano ed esposta in museo, si avvertono il dolore e lo sdegno per le atrocità della guerra e delle persecuzioni antisemite che avevano colpito, in Italia, anche la sua famiglia.