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Didattica

Alcuni esempi di attività didattiche realizzate in passato con le scuole del territorio.

 

2013

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I colori e le forme del pensiero
Laboratori tra arte e scienza al museo e a scuola.

La mostra ha rappresentato il momento conclusivo di un progetto del Sistema Museale d’Ateneo e delle Scuole del territorio, articolato in una serie di laboratori storico-scientifici e artistici.
La collaborazione tra musei e scuole è inserita in un contesto educativo allargato a diversi saperi, istituzioni e storie.
Gli alunni delle scuole si sono avvicinati alla scienza attraverso la storia, la visita ai musei, i laboratori storico-scientifici. Hanno visto strumenti, minerali, animali, erbari, preparati, reperti naturalistici, piante, foglie, cortecce; hanno provato, ascoltato e percepito come la scienza si sviluppa.
Si sono accostati ad essa con un coinvolgimento anche emotivo. Di ritorno a scuola, hanno utilizzato nelle materie scientifiche quello che hanno appreso e contemporaneamente si sono impegnati in laboratori artistici.
I bambini disegnano sempre allo stesso modo, utilizzando le stesse forme stereotipe? No, oltre agli scarabocchi, alle casette col camino fumante, al sole con gli occhi e la bocca, ogni
bambino sa esprimersi e rappresentare il mondo utilizzando colori e segni in libertà, ben oltre l’aspetto mimetico, realistico, imitativo delle cose!
Come gli adulti, anche i bambini infatti imparano a configurare, a utilizzare le proprie capacità percettive, spesso in modo inconsapevole, sanno distinguere figure e sfondi, individuare forme nelle nuvole, nelle macchie sui muri, perfino nei loro sogni …E ne
ricavano immagini figurative, quando descrivono la natura, o astratte, quando geometrizzano e decorano, o informali, quando si affidano alla massima libertà espressiva di linee, punti, colori.
Non di rado, come hanno mostrato i disegni esposti, i bambini sanno chiedere in prestito ai grandi artisti di ogni epoca segni e suggerimenti formali, in un gioco di corrispondenze analogiche e imitative.
Figurativo, astratto, informale sono tre categorie mediate dalla storia delle arti visive, corrispondono a precisi stili pittorici e definiscono modalità differenti del pensiero visivo adulto.
La visita al Museo, la partecipazione al planetario, al laboratorio scientifico, sia esso di storia della medicina, della fisica, di botanica o di storia naturale, possono essere raccontati in modi diversi, disegnando gli oggetti, gli scienziati, i fenomeni“come appaiono”, oppure organizzando il racconto in percorsi ispirati alla geometria, alla decorazione, al piacere della sintesi, o lasciandosi andare alla sensibilità, molto libera, dei colori e delle forme che, a volte, “parlano da sole”!
Curata da Gabriele Albanesi e Lidia Falomo la mostra è stata allestista presso l’Aula di Disegno dell’Università di Pavia dal 9 al 16 febbraio 2013


 

2012

 

Come in caleidoscopio.
Calendario culturale a portata di mano tutto l’anno

Nel corso del 2012 il Sistema Museale di Ateneo ha realizzato un progetto, finanziato dalla Fondazione Cariplo, dal titolo “Come in caleidoscopio. Calendario culturale a portata di mano tutto l’anno”. Tra le molte iniziative proposte una in particolare ha coinvolto le scuole del territorio e gli studenti dell’Università di Pavia.

Si è chiesto ai bambini e ai ragazzi di “promuovere” i musei universitari presso i coetanei con cartoline e prodotti multimediali – in funzione dell’età dei partecipanti – da pubblicare sul nostro sito.


 

2011

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L’Isolachenonc’è
Progetto tra arte e scienza rivolto alle scuole del territorio per i 650 anni dell’Università di Pavia
A cura di Lidia Falomo e di Gabriele Albanesi
Palazzo San Tommaso – Università di Pavia

26 maggio – 10 giugno 2011
Il progetto ha preso le mosse da una serie di momenti di discussione e di confronto sull’utilizzo del video collaborativo all’interno del Centro Educazione ai Media di Pavia e dalla stretta collaborazione tra le scuole della città e della provincia – d’intesa con gli Uffici Scolastici regionali VI e XIX – e il gruppo di storia della scienza del Dipartimento di Fisica e il Sistema Museale d’Ateneo. L’occasione è stata offerta dalle celebrazioni dei 650 anni dalla fondazione dell’Università. Il progetto ha coinvolto diverse scuole di ogni ordine e grado, a partire dalle Scuole dell’Infanzia. Per i giovani scolari l’Università, di cui spesso sentono parlare nei discorsi degli adulti, è veramente relegata, come tutto ciò di cui non hanno esperienza diretta, nel ripostiglio dell’incerto, del vago, del “fantastico”, come “l’isola che non c’è”, appunto. Ogni classe ha scelto di approfondire un personaggio illustre della storia dell’Ateneo, e ha potuto visitare i luoghi che questi ha frequentato e quelli in cui sono conservate le testimonianze della sua attività. Per questo sono stati coinvolti nel progetto i musei e organizzati, su richiesta, dei laboratori scientifici. Spesso il “viaggio” delle scuole è partito proprio dalla visita ai musei e si è poi concretizzato in due tipi di attività: quella grafico/pittorica, che ha permesso di coniugare persone e luoghi della nostra Università con la storia dell’arte figurativa moderna e contemporanea, e quella filmica, che ha portato alla realizzazione di “video collaborativi”.
Gli elaborati e la documentazione delle attività svolte all’interno dei laboratori delle scuole partecipanti hanno delineato il percorso espositivo lungo la navata dell’ex chiesa di San Tommaso.

 


2010

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Energia questa trasformista.
Laboratorio storico interattivo

Il laboratorio, di carattere storico scientifico, ha presentato un’analisi dell’evoluzione del concetto di energia come ricerca di qualcosa di costante, di permanente, all’interno del continuo mutare dei fenomeni.
Quattro gli aspetti fondamentali di questa complessa vicenda esaminati, uno per ogni secolo a partire dal XVII, declinati in cinque sezioni comprendenti tra gli altri le esperienze con i pendoli e il trampolino di Galileo e quelle con il pendolo composto di Huygens, l’elettroforo e la pila di Volta , le conversioni multiple e la determinazione degli equivalenti di Mayer e Joule, le energie rinnovabili ed in particolare il fotovoltaico. il laboratorio è stato animato dalla presenza di quasi un centinaio di studenti delle scuole superiori del territorio in qualità di explainer agli exhibit interattivi proposti al pubblico.
Con l’aiuto degli esperimenti e con il corredo dei pannelli esplicativi si è cercato di rispondere ai quesiti più ricorrenti sull’energia, sia dal punto di vista dell’analisi dell’evoluzione storica del concetto che della storia delle sue applicazioni nel corso dei secoli con uno sguardo anche al futuro.

Cinque le sezioni in mostra:

Energia: che significa?

In generale si ipotizza che l’ “energia” possa assumere molte forme, cambiando quindi da un punto di vista qualitativo, ma che la sua quantità totale si conservi in tutte le trasformazioni. Il principio di conservazione dell’energia si è rivelato per la scienza un principio fondamentale, per la sua generalità, per la possibilità che esso offre di semplificare la descrizione di sistemi e fenomeni naturali e per la sua predittività, che ha portato a notevoli risultati ed anche, proprio nei casi di una sua apparente violazione, alla definizione di nuovi e più completi modelli.

Dall’altezza di caduta alla forza viva

Nel ‘500 e ‘600 alcuni scienziati studiano movimenti apparentemente semplici (caduta di gravi, discesa lungo piani inclinati, oscillazione di pendoli, urti tra sfere) ipotizzando l’impossibilità del motore perpetuo. Capiscono che dei buoni parametri da prendere in considerazione sono massa, posizione, velocità. Altri scienziati, riprendendo l’antica idea presocratica “nulla si crea e nulla si distrugge”, intuiscono che dietro queste grandezze si cela l’indizio di qualcosa che si conserva: a volte una “forza viva” ben visibile, a volte anche una grandezza più “latente”, più difficile da individuare.

Varietà e unità dei fenomeni della natura

Un altro importante elemento entra con forza nella nostra storia, un elemento che in origine è legato più alla tecnologia che non alla scienza: la macchina a vapore. Fra le prime e più importanti macchine a vapore per uso industriale ricordiamo quelle di Savery, Newcomen e Watt. Quest’ultimo nel 1763 notò che la quantità di combustibile necessaria al funzionamento di una tale macchina era molto elevata. Di qui la geniale idea di far condensare il vapore in una camera separata, col grande vantaggio di scindere le parti calde e quelle fredde della macchina.

Correlazione e conservazione

Cause ed effetto, pur qualitativamente diversi possono essere quantitativamente uguali?
E’ possibile cioè stabilire un fattore di conversione tra l’inizio e la fine di ogni trasformazione indipendentemente dal processo stesso?
Per rispondere a queste domande vengono avviati studi sia teorici sia pratici. I risultati sono confortanti: ciò che si mantiene costante al variare del numero e del tipo di trasformazioni assume il significato fisico di “energia totale di un sistema”; la sua conservazione diventa un principio di portata così generale da essere un presupposto per la scienza della natura e non solo per la fisica.

Energia e fonti rinnovabili: fotovoltaico

La società industriale dei nostri giorni si basa in larga misura sulla possibilità di produrre energia da combustibili fossili: carbone, petrolio, gas naturale. La disponibilità di tali combustibili è stata finora ampia, ma non è illimitata.La fissione nucleare è una importante risorsa per la produzione di energia elettrica: se gestita correttamente. L’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili quali il vento, il sole, le biomasse, la geotermia, è nel medio-lungo termine una necessità ineludibile per effettuare una “transizione energetica” verso un modello di sviluppo sostenibile per le future generazioni e compatibile con l’ambiente che ci circonda.

Queste le sezioni in cui si è sviluppato il percorso, illustrato nel suo insieme da una guida ed arricchito degli esperimenti svolti dagli explainer e ripetuti dagli studenti in visita. La collaborazione delle scuole, riunitesi in rete per realizzare questo progetto didattico, è stata riconosciuta dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, firmatario anch’esso del protocollo, che ha diramato i contenuti dell’iniziativa a tutte le scuole della Regione attraverso il suo portale.