Adelchi Negri

NegriTutti gli studenti di medicina o di biologia conoscono il nome di Adelchi Negri che si incontra studiando l’infezione del virus della rabbia.

Negri, nato a Perugia nel 1876, si laureò all’Università di Pavia nel 1900 con una tesi preparata nell’Istituto di Patologia generale, proprio nel momento in cui ferveva una grande attività perché Golgi aveva da poco scoperto l’apparato reticolare interno. Lo studente venne immediatamente coinvolto nelle ricerche dell’Istituto e fu il primo a scoprire che l’apparato di Golgi non era specifico della cellula nervosa ma poteva riscontrarsi in altre cellule eucariotiche.

La sua fama internazionale è comunque legata alle indagini sulla rabbia. Nel 1902 venne indirizzato da Golgi allo studio di questa malattia, in particolare alle ricerche di eventuali alterazioni neuropatologiche tipiche dell’infezione. Negri, esaminando sezioni di encefalo di coniglio infetto con il virus della rabbia colorate con il metodo di Mann, osservò delle peculiari formazioni all’interno delle cellule nervose. Dopo aver ripetuto molte volte gli esperimenti, Negri fu finalmente certo di aver identificato delle alterazioni specifiche dell’infezione e comunicò i suoi risultati alla Società Medico-Chirurgica di Pavia.

Egli avanzò anche l’ipotesi che l’agente eziologico fosse un protozoo dotato di un suo peculiare ciclo evolutivo. Indipendentemente dall’opinione di Negri, poi rivelatasi errata, la scoperta di queste formazioni che inizieranno ad essere chiamate “corpi di Negri” si rivelerà di grande portata pratica rendendo possibile il rapido accertamento della diagnosi in animali con sospetta infezione rabbica e quindi il tempestivo trattamento con la vaccinazione di chi ne avesse subito il morso.

In seguito Negri si impegnò attivamente nel promuovere campagne di bonifica antimalarica in Lombardia e nell’attuare misure di sanità pubblica nel corso di una epidemia di colera. Era certamente destinato ad una luminosa carriera di patologo se una devastante encefalo-mielite tubercolare non l’avesse portato prematuramente alla morte nel 1912.