Alessandro Volta

Nacque nel 1745. Compì i primi studi in famiglia e li proseguì poi alla scuola dei Gesuiti e in seminario. La sua attività scientifica cominciò e si svolse a lungo fuori dalle sedi istituzionali universitarie. Nel 1774 fu nominato reggente delle scuole pubbliche di Como e nel 1775 professore di Fisica sperimentale nel Ginnasio di Como.

Nel 1778 gli fu offerta la cattedra di Fisica Sperimentale presso l’Università di Pavia, dove operò per circa quarant’anni e fu eletto Rettore nel 1785.

Le sue lezioni aperte al pubblico, tenute nell’attuale “Aula Volta”, furono molto popolari; egli, inoltre, incrementò notevolmente la collezione di strumenti del gabinetto di Fisica, anche acquistandone direttamente durante i suoi viaggi in Europa.

Volta si dedicò con particolare successo all’elettrostatica: fondamentali le sue ricerche sugli elettroscopi, che modificò in elettrometri; l’invenzione dell’elettroscopio condensatore e dell'”elettroforo perpetuo”, la prima macchina elettrostatica ad induzione.

Notevole fu anche l’interesse di Volta, riguardante “l’aria infiammabile delle paludi” e la respirabilità dell’aria, che lo portò alla costruzione della curiosa “pistola ad aria infiammabile” ed alla modifica degli eudiometri allora in uso.

La maggior fama di Volta è legata all’invenzione della pila, seguita alla disputa con Galvani sull’elettricità animale, che lo impegnò a partire dal 1791. Mentre Galvani sosteneva che le contrazioni delle zampe di rana da lui osservate erano causate da un “fluido nervoelettrico” proprio degli animali, Volta, partendo dagli stessi esperimenti e ideandone poi una grande varietà, arrivò all’affermazione che non di elettricità “animale” si trattava, bensì semplicemente di elettricità “metallica”, messa in moto da certe catene di metalli e di conduttori umidi. Nel 1800 rese pubblica la realizzazione della pila a colonna e a corona di tazze. Nel 1801 a Parigi presentò le sue ricerche all’Accademia, alla presenza di Napoleone, riscuotendo un grande successo.

Morì nel 1827.