Antonio Carini
Nato a Sondrio nel 1872, Carini compì i suoi studi nel locale liceo-ginnasio G. Piazzi e si iscrisse quindi alla Facoltà di Medicina dell’Università di Pavia dove si laureò con una tesi preparata nell’Istituto di Patologia Generale che gli fruttò il massimo dei voti, la lode e la dignità di stampa. Dopo aver lavorato con Romeo Fusari nell’Istituto di Anatomia Umana di Torino iniziò ad occuparsi di microbiologia a Lancy nei pressi di Ginevra e nell’Istituto sieroterapico e vaccinogeno di Berna dove nel 1905 ottenne la libera docenza in Batteriologia.
Nel 1906 venne chiamato a dirigere l’Istituto Pasteur di San Paolo, in Brasile e qui nel 1910 ebbe la ventura di osservare delle cavie con delle microcisti polmonari entro le quali identificò un microrganismo che in suo onore venne chiamato Pneumocystis carinii. Negli anni ’80 del secolo scorso quest’agente infettivo sarebbe poi salito agli onori della cronaca in quanto frequentemente responsabile di severe infezioni polmonari nei pazienti affetti da immunodeficienza acquisita.
Carini fu professore di microbiologia nella Facoltà di Medicina di San Paolo e ricercatore estremamente prolifico in tutti i settori della microbiologia medica; la lista dei microrganismi nuovi o poco conosciuti da lui identificati supera i 150 comprendendo Tripanosomi, Giardie, Pneumocisti, Plasmodi, Toxoplasmi, Leptospire etc.
Nel 1947 lasciò, per raggiunti limiti d’età, la direzione dell’Istituto Paulista di biologia; tornato in Italia morì a Milano nel 1950.