Camillo Golgi
Camillo Golgi (Corteno, 1843 – Pavia, 1926) si laureò in medicina e chirurgia a Pavia nel 1865. Fu dapprima assistente di Cesare Lombroso ma si avvicinò poi a Giulio Bizzozero, dal quale assimilò metodi e tecniche della ricerca microscopica.
Nonostante l’accoglienza lusinghiera di alcuni suoi lavori da parte della letteratura internazionale, non potendo ancora contare su una posizione stabile all’interno dell’Ateneo pavese, Golgi partecipò ad un concorso indetto dal Pio Luogo degli Incurabili di Abbiategrasso – che ospitava pazienti affetti dalle più varie malattie croniche – vincendo il posto di medico primario.
Ad Abbiategrasso l’attività di ricerca sembrava destinata ad interrompersi. L’ospedale era privo di adeguata strumentazione scientifica ma Golgi organizzò un rudimentale laboratorio, costituito sostanzialmente da un microscopio, nella cucina del suo piccolo appartamento, riprendendo caparbiamente il lavoro di ricerca. Tra il 1872 e il 1873 mise a punto un metodo di colorazione selettiva delle cellule nervose, la ‘reazione nera’, che permise di svelare la struttura complessa del sistema nervoso.
Il metodo consisteva nell’immersione di campioni di tessuto opportunamente trattati, in una soluzione da 0,5 a 1 percento di nitrato d’argento, mediante il quale potevano essere evidenziate le caratteristiche degli elementi del sistema nervoso.
Nel 1876 venne chiamato dall’Università di Pavia come professore straordinario di Istologi e più tardi, dopo una breve parentesi a Siena, ottenne la cattedra di Istologia e il corso complementare di tecnica microscopica. Nel 1879 ottenne la cattedra di Patologia Generale, che mantenne fino al suo collocamento a riposo per limiti di età, avvenuto nel 1918.
L’oggetto della sua attività scientifica fu soprattutto l’anatomia fine del sistema nervoso centrale. I risultati dei suoi studi sull’anatomia fine del sistema nervoso centrale, raccolti in una Opera pubblicata in volume nel 1886, costituiscono una descrizione dettagliata della struttura del midollo spinale, del bulbo olfattivo, della corteccia cerebrale, del cervelletto, rivelate col metodo della reazione nera.
Queste ricerche gli valsero, nel 1906, l’assegnazione del premio Nobel, che condivise col suo antagonista, lo spagnolo Ramón y Cajal.
Negli anni dal 1886 al 1893, affrontando il problema della malaria, scoprì il ciclo di sviluppo monogamico del plasmodio della forma quartana e terzana della malattia e l’efficacia dell’azione del chinino sui parassiti malarici nel primo stadio del loro sviluppo.
Nel 1898 descrisse per la prima volta l’apparato reticolare interno, una delle componenti fondamentali della cellula, oggi universalmente noto come apparato di Golgi.
Nel 1900 venne nominato Senatore del regno per i suoi riconosciuti meriti scientifici. Fu più volte Rettore dell’Università, profondendosi per la costruzione di nuovi edifici per gli istituti scientifici, diventando il principale organizzatore del Policlinico ed avviandone una sistemazione che soltanto la morte gli impedì di vedere compiuta.