Piccola fiaba del lunedì: quelle romantiche nebbie pavesi…
1808. Ugo Foscolo è stanco della vita militare; ormai ha trent’anni, ed è stanco di spostarsi di luogo in luogo.
Vuole solo sistemarsi in un posto tranquillo, dove poter scrivere e risposare.
Da Pavia gli arriva l’offerta di insegnare Eloquenza all’Università… Foscolo accetta al volo! Nel gennaio 1809, si prepara al grande discorso d’inaugurazione del suo corso: un sacco di persone sono intervenute, e lo ascoltano con attenzione…
Lui comincia a parlare: vuole sottolineare il ruolo civile della letteratura; per Foscolo, “senza la facoltà della parola, le potenze mentali dell’uomo giacerebbero inerti e mortificate”. Ed è dunque grazie alla parola che si regola la società!
Il successo è enorme. Tutti lo applaudono, e gridano: “Alle stampe! Alle stampe!”… forse anche perché, tutti stretti e accalcati, non hanno potuto sentire l’intero discorso! Ad ogni modo, Foscolo è già amato, anche qui.
Da tempo, però, è pianificata una grande ristrutturazione degli insegnamenti… solo alcuni verranno tenuti. Foscolo spera con tutto se stesso di riuscire a rimanere e di insegnare a Pavia per un lungo tempo.
Ahimè, il destino aveva altro in mente: il corso di Foscolo viene cancellato e, di nuovo senza rifugio, Foscolo deve lasciare Pavia, verso nuove avventure.
Pavia nelle parole di Ugo Foscolo
Ho spese sei mila lire, e più forse nei mobili, perch’io, vivendo militarmente, era sprovveduto di tutto, ed ho sacrificato quanto ho potuto per allestirmi una casa ov’io credeva di trovare un lungo riposo alla mia vita raminga.
M’alzo […] a far rivivere più allegra la fiamma del mio caminetto, che correggerà forse la tristezza della nebbia tenebrosa, la quale si addensa sulle mie finestre, e si rovescia sull’anima mia. … non faccio lezione senza che tutta la città venga ad udirmi, e gli stessi professori dell’Università, e senza che la scolaresca non m’accompagni a casa tra gli evviva.