Storie di medici. Edoardo Porro

Il parto cesareo era in passato, fino al tardo Ottocento, quasi sempre fatale per la madre … ma nel 1876 Edoardo Porro (1842-1902) elaborò una tecnica nuova.
Porro si laureò in medicina all’Università di Pavia nel 1865. Cominciò a lavorare come chirurgo assistente all’Ospedale Maggiore di Milano (poi ampliato nell’Ospedale Policlinico), lasciando però temporaneamente l’impiego per partecipare ai moti risorgimentali, mettendo la sua esperienza di medico al servizio dei garibaldini. Nel 1867 si impegnò nell’assistenza ai malati durante un’epidemia di colera scoppiata in Lombardia.
Dopo la sconfitta di Mentana riprese il lavoro, orientandosi verso l’ostetricia. Ideò e applicò con successo nel 1876, nella clinica ostetrica dell’Ospedale San Matteo di Pavia, una tecnica chirurgica pensata per salvare sia la madre che il bambino in un intervento di taglio cesareo, la cosiddetta amputazione cesarea utero ovarica.
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La giovane partoriente sopravvisse all’operazione e chiamò la figlioletta Maria Alessandrina Cesarina. Per la prima volta il parto cesareo non doveva più essere considerato quasi inevitabilmente fatale per la donna.

Per saperne di più: Paolo Mazzarello, E si salvò anche la madre: l’evento che rivoluzionò il taglio cesareo, Torino, Bollati Boringhieri, 2015.

Edoardo Porro
La giovane paziente operata da Porro
L’
L’Aula della Clinica Ostetrica dell’Ospedale San Matteo in cui fu eseguito l’intervento